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VIVA ZAPATERO! Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 17 ottobre 2005
 
di Sabina Guzzanti, documentario (Italia, 2005)
 
E' stato, per certi aspetti, il film dell'ultima Mostra di Venezia, l'avvenimento del quale si parla anche per il suo inaspettato successo all'uscita nelle sale e nell'attenzione della critica internazionale. Si è parlato di un Michael Moore all'italiana, di una presa per i fondelli di un bersaglio ormai genere ambulanza come Silvio Berlusconi, di una satira scatenata nei confronti di un certo malcostume all'italiana. VIVA ZAPATERO è anche un po' di tutto questo, ma soprattutto altro, e più importante.

E' innanzitutto la cronaca della vicenda di Raiot, il programma su Rai Tre di Sabina Guzzanti, prima voluto e poi censurato al termine della prima puntata malgrado, o forse a causa del suo successo. Berlusconi è allora tirato in ballo per il sistema delle querele; decine e decine di milioni di euro e l'alibi della Rai che diventa quello di non poter mettere a rischio il denaro pubblico in una causa di tale sbalorditiva (ridicola, ma certo funzionale) entità. Salvo rifiutarsi di rimettere in onda la trasmissione quando l'autorità giudiziaria decreterà che di satira legittima e di informazione veritiera si trattava… Ancora, il film elenca le personalità allontanate dal piccolo schermo da un giorno all'altro, a cominciare dal più rispettato e amato dei giornalisti, Enzo Biagi, dopo i quarant'anni di una presenza emblematica; e la messa a tacere di tutti coloro che, prima o poi avevano voluto dire la loro a dispetto del regime, i Fo ed i Grillo, i Santoro, Rossi, Luttazzi, Travaglio e via dicendo. Il tutto fra le imitazioni della Guzzanti, interviste di francesi, tedeschi ed inglesi che spiegano, tra l'indignato e l'attonito, che in paesi nei quali la satira avviene quotidianamente e negli orari di maggiore ascolto come nel caso deig mitici Guignols de l'Info, qualcosa del genere sarebbe considerato un impensabile oltraggio alla democrazia ed alla libertà di parola.

I pregi di VIVA ZAPATERO vanno però oltre questo ruolo di utilità dilettevole e in parte risaputa. La presenza della comica non può non suscitare l'ilarità; ma il film oltre che ridere riesce a far piangere. Ed è il suo aspetto più interessante. Indagando non tanto su chi ha censurato ma su chi avrebbe dovuto impedire l'accaduto, VIVA ZAPATERA scava nel profondo della realtà politica, sociale e ancor più psicologica dell'ambiente. Le giustificazioni imbarazzanti a tal punto da risultare fra le cose più esilaranti del film di ex direttori o di attuali garanti della RAI, il silenzio degli esponenti del centro-sinistra, di quell'opposizione che al momento dei fattacci avrebbe dovuto esprimere, oltre che la propria indignazione, la propria incrollabile resistenza dimostra come quella della messa a tacere, del confinare nella codardia o nella convenienza le proprie opinioni sia una pratica che fa comodo a tutti. E che, una volta accaduto l'ennesimo ribaltone verrà riproposta, se non sotto la forma della plateale farsa berlusconiana, comunque in opposto senso politico.


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